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Comunicare la Speranza: Sr. Cristina Valea e l'arte dell'Hopetelling

  • Immagine del redattore: Comunicazione - Suore guanelliane
    Comunicazione - Suore guanelliane
  • 25 mar
  • Tempo di lettura: 1 min

Come si può vivere e comunicare la speranza in un mondo segnato da crisi e incertezze? Come renderla visibile, credibile e contagiosa? Questi interrogativi hanno guidato l’incontro “Comunicare la Speranza: Il Ruolo dei Media e il Significato del Giubileo della Comunicazione”, organizzato dalla UISG a un mese dalla celebrazione del grande evento giubilare.


Tra i relatori, Sr. Cristina Valea Sobrino, delle Suore Guanelliane, ha sottolineato che comunicare la speranza non significa semplificare la realtà, ma raccontare in modo autentico le esperienze di chi, nonostante le difficoltà quotidiane e le crisi globali – economiche, sociali e politiche – lavora per il bene comune. In linea con l’invito di Papa Francesco, ha ricordato che i comunicatori sono chiamati a trasformare la società attraverso narrazioni che pongano al centro solidarietà e resilienza, con particolare attenzione ai più fragili.


L’incontro si è inserito nel percorso del Giubileo 2025: Pellegrini di Speranza, che invita a riflettere su come la comunicazione possa diventare uno strumento di cambiamento. Il messaggio emerso è chiaro: non basta parlare di speranza, ma viverla e comunicarla concretamente, affinché diventi una forza contagiosa e trasformi il tessuto sociale. Per i comunicatori ecclesiali, questo significa riconoscere che "il vero volto della Speranza è Gesù Cristo" e renderLo visibile e credibile, affinché le storie raccontate conducano sempre alla fonte autentica della Speranza.




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